UCRAINA, TELEFONATA ZELENSKY-DRAGHI. KIEV: PER LA RICOSTRUZIONE PENSIAMO AD AZIENDE ITALIANE - TERRANOSTRA | NEWS

2022-05-25 09:03:28 By : Mr. Frank Li

Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Come riferito dal presidente Ucraino su Twitter, i due leader hanno parlato della «cooperazione difensiva» e «della necessità di accelerare il sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue e di sbloccare i porti ucraini». «Ho ringraziato (Draghi) per l’appoggio incondizionato al percorso d’integrazione Ue dell’Ucraina», ha aggiunto Zelensky.

Ore 20:53 – Il Canada sanziona l’ex agente del Kgb Alexander Lebedev

Il Canada ha imposto sanzioni contro Alexander Lebedev, l’ex agente del Kgb il cui figlio Evgeny è proprietario dei quotidiani britannici Evening Standard e Independent. Il miliardario russo è stato incluso in una nuova ondata di misure restrittive contro il regime di Vladimir Putin annunciata dal ministro degli Esteri canadese Melanie Joly. Lebedev non è stato sanzionato dal Regno Unito.

Ore 20:52 – Il Comune Mykolaiv rimuove il monumento a Pushkin

Il Comune di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, ha rimosso un monumento al poeta e scrittore russo Alexander Pushkin. Lo ha annunciato su Telegram il sindaco Alexander Senkevich. «Amici, restiamo calmi. Il monumento a Pushkin è stato rimosso dai servizi pubblici. Non abbiamo bisogno di demolizioni o atti vandalici in questo momento», ha detto il sindaco, citato da Ukrinform, sottolineando che il futuro del monumento verrà deciso al termine del conflitto.

Ore 20:49 – Kuleba: «Formulare chiaramente obiettivo, Kiev deve vincere»

«Alcuni dicono che la Russia non deve vincere, altri dicono che l’Ucraina non deve perdere. Credo sia giunto il momento di abbandonare dubbi e complicazioni inutili e formulare chiaramente l’obiettivo: l’Ucraina deve vincere. Quindi bisogna costruire politiche che vadano in questo senso. Stabilire obiettivi chiari rende più facili i modi per raggiungerli». Ad affermarlo in un tweet il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Ore 20:08 – Per il consigliere del sindaco di Mariupol c’è un rischio epidemie

«A Mariupol c’è il rischio di catastrofe epidemiologica. Il sistema delle fognature non funziona e tutte le acque reflue finiranno direttamente nei fiumi e nel mare. Oltre alla catastrofe umanitaria creata dagli occupanti la città si trova sull’orlo dello scoppio delle malattie infettive». Ad affermarlo su Telegram è Petr Andriuschenko, il consigliere del sindaco di Mariupol.

Ore 19:48 – Austria, attivisti occupano villa di un presunto oligarca russo

Per protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina, un gruppo di attivisti ha occupato in Austria una villa che si ritiene appartenga a un oligarca russo. I manifestanti hanno chiesto l’esproprio della proprietà situata a Unterburgau, sul lago Attersee, vicino a Salisburgo. La polizia ha parlato di 10 persone coinvolte. Gli agenti sono in contatto con i manifestanti, ha riferito un portavoce della polizia alla Dpa. La villa non apparterrebbe ad un oligarca soggetto a sanzioni, secondo i registri delle autorità austriache, ma ad una società legata ad uno dei membri della famiglia dell’oligarca.

La Russia valuterà “la possibilità” di uno scambio di prigionieri con l’Ucraina tra combattenti del reggimento Azov e l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato il mese scorso in un blitz degli 007 di Kiev. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa a Donetsk il negoziatore russo e capo della commissione Affari Esteri della Duma, Leonid Slutsky, citato da Interfax.

Il vice rappresentante permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra, Alexander Alimov, ha postato su Twitter immagini che ritraggono presunti soldati del reggimento Azov usciti dall’acciaieria, con vistosi tatuaggi di svastiche e simboli riconducibile al nazismo. “Gli Azov che si arrendono. Fittamente decorati con tatuaggi che dimostrano che non c’è nazismo in Ucraina” l’ironico commento del diplomatico a corredo delle foto.

Il bilancio dei danni alle infrastrutture dei trasporti in Ucraina, secondo il ministro delle Infrastrutture Olexandr Kubrakov: 30-40 miliardi di dollari di costo complessivo; 300 ponti distrutti, oltre ai 50 ferroviari; 23mila i km di strade cancellate dal territorio; 20 le stazioni ferroviarie rase al suolo; 6mila i km di strade ferrate disfatte. Tutti gli aeroporti attaccati almeno una volta; i porti sul Mar Nero, a partire da Mykolaiv, continuamente sotto il fuoco del nemico, danneggiati e paralizzati nelle loro attività. “La maggior parte degli aerei è in luogo sicuro” aggiunge Kubrakov, “li stiamo manutenendo in modo che siano in grado di volare. Lo stiamo facendo con successo”. Drammatica la questione esportazioni: “prima della guerra il nostro volume di esportazioni si aggirava intorno ai 150 milioni di tonnellate di prodotti all’anno, il 70 per cento avveniva attraverso il mar Nero. Ma i porti sono bloccati per la presenza di navi russe. Nell’immediato futuro è impossibile possano supplire ai porti sul mar Nero con trasporti su gomma, ferro, o tramite il fiume Dnepr. Sul breve termine stiamo lavorando con Polonia, Romania e Slovacchia al potenziamento dei punti di controllo delle dogane che lavorano con il nostro stesso ritmo 7 giorni su 7 in modo da facilitare il transito delle nostre merci; ed alla semplificazione dei permessi richiesti ai mezzi di trasporto. Siamo pronti per la liberalizzazione in modo che i nostri camion possano transitare verso i paesi Ue senza bisogno di permessi in questo periodo”.

Il ministro delle Infrastrutture dell’Ucraina Olexandr Kubrakov, parlando della distruzione delle infrastrutture nel suo Paese all’Adnkronos, guarda all’Italia: “So che avete ottime società per la costruzione di strade e ferrovie. Lo scorso anno ho visitato il Gruppo Fs. Se parliamo di costruzione e ricostruzione di strade ferrate e non, ponti ferrati e non, l’Italia ha aziende di eccellenza e potrebbe giocare un grosso ruolo fornendo un grande supporto, come minimo attraverso la supervisione del vostro governo in diversi progetti finanziati dall’Unione europea. Sulle linee ferroviarie puntiamo a costruire con gli standard Ue e a sviluppare linee di alta velocità che ci connettano ai paesi europei. E’ l’obiettivo del nostro Presiden

Ore 13:20 – Biden firma legge per nuovi fondi

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato la legge che stanzia nuovi fondi «per rispondere alla situazione in Ucraina e fornirle assistenza». Lo riferisce una nota della Casa Bianca.

Ore 12:57 – Il premier portoghese Costa in visita a Kiev

Il premier portoghese Antonio Costa è giunto questa mattina a Kiev su invito della «controparte ucraina», riferisce il quotidiano britannico The Guardian. «È con emozione e rispetto che mi trovo qui, in segno di solidarietà con questo paese e questo popolo, di fronte alla barbara aggressione russa», ha detto Costa.

Ore 12:30 – Kiev: a Kherson crisi umanitaria, russi bloccano evacuazioni

Un nuovo allarme per i civili ucraini arriva dallo Stato maggiore delle Forze armate ucraine: le forze russe, si legge in un aggiornamento di stanotte, continuano «usare tattiche terroristiche contro i civili ucraini nei territori temporaneamente occupati. In particolare, impediscono l’evacuazione delle persone dalla regione di Kherson verso il territorio controllato dall’Ucraina e l’apertura di corridoi umanitari per l’importazione di cibo, medicinali ed evacuazione di anziani, malati e bambini».

I villaggi della regione di Kherson, ha rilevato l’ufficio del presidente ucraino, secondo quanto riporta la Cnn, sono sull’orlo di una crisi umanitaria. Gli abitanti, riporta l’emittente americana, denunciano gravi carenze di medicine, molestie sessuali da parte dei russi, sparizioni e violenze contro le persone rimaste.

Ore 12:11 – Kiev: due rotte terrestri per le esportazioni di cibo

«Bloccando i nostri porti, la Russia mette a rischio fame milioni di persone. Insieme ai partner, l’Ucraina ha stabilito due rotte terrestri alternative per consegnare le esportazioni di cibo e salvare l’Africa e altre regioni dalla carestia. La Russia deve porre fine al blocco per consentire la piena e libera esportazione». Lo afferma in un tweet il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Ore 11:11 – Mosca: distrutto carico di armi destinate al Donbass

Un grosso rifornimento di armi e hardware militari provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa e destinate alle Forze armate ucraine è stato distrutto da missili Kalibr nella regione di Zhytomyr. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov durante un briefing, citato dall’agenzia Interfax. «I missili di precisione a lungo raggio Kalibr basati sul mare hanno distrutto un grande lotto di armi e hardware militare consegnato dagli Stati Uniti e dai Paesi europei per le truppe ucraine nel Donbass vicino alla stazione ferroviaria di Malyn, nella regione occidentale di Zhytomyr», ha affermato Konashenkov.

Ore 10:45 – Kiev: da 5 a 7 anni per sminare l’intero territorio ucraino

«Secondo le previsioni più ottimistiche, l’Ucraina ha bisogno di 5-7 anni per sminare l’intero territorio». Lo ha dichiarato la vice ministro degli affari interni dell’Ucraina Mary Hakobyan riportata da Unian. «Attualmente stimiamo che siano minati circa 300.000 chilometri quadrati. Questo è dieci volte di più dell’esperienza internazionale. Basandosi sul fatto che un giorno di ostilità attive equivale a 30 giorni di sminamento, secondo le previsioni più ottimistiche servono 5 -7 anni prima dello sminamento completo», ha affermato Hakobyan. La vice ministro ha indicato che diverse squadre straniere sono già arrivate in Ucraina e inizieranno a lavorare la prossima settimana.

Ore 10:42 – Zelensky: «Porteremo a casa i combattenti di Azvostal, la ripresa dei negoziati dipende da questo»

«Li porteremo a casa. Questo è quello che dobbiamo fare con i nostri partner che si sono presi la responsabilità». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alle tv del suo paese, come riportato da Ukrainska Pravda, dopo che ieri Mosca ha annunciato l’uscita di tutti i militari asserragliati nell’acciaieria Azvostal. «I ragazzi – ha detto Zelensky – hanno ricevuto l’ordine dai militari di uscire allo scoperto e salvarsi la vita».

Zelensky ha anche ricordato che «non abbiamo iniziato noi questa guerra. Ma noi la dobbiamo finire. Io credevo che la si poteva concludere con un dialogo, che avrebbe potuto essere un dialogo lungo ma che si sarebbe potuta trovare una soluzione. Lo pensavo davvero. Ma questa è Russia. Ora è come un’automobile né a benzina né elettrica. Un ibrido. E anche la guerra è ibrida». Secondo il presidente, «la vittoria sarà difficile, sanguinosa nei combattimenti, ma la conclusione sarà racchiusa nella diplomazia».

Ma la ripresa dei negoziati con la Russia dipenderà molto se i russi salveranno «la vita dei difensori del Mariupol». Per ora, ha spiegato, «molto» dipende dai risultati dello scambio di prigionieri che deve coinvolgere i combattenti usciti dall’acciaieria di Azvostal.

Ore 10:40 – Colpita miniera carbone nel Lugansk, morti e feriti

Una miniera di carbone ha preso fuoco a causa dei bombardamenti russi nell’area sud-orientale dell’Ucraina, a Lysychansk, ci sono vittime e feriti. Lo afferma il rapporto dell’amministrazione militare regionale di Lugansk citato da Unian.

Ore 10:09 – Incendio nel principale centro aerospaziale russo

Fiamme si sono sviluppate in una sottostazione di trasformazione nei locali dell’Istituto centrale di aeroidrodinamica Zhukovsky (TsAGI) nella regione di Mosca, il centro più importante nel settore aerospaziale russo Lo ha riferito una fonte informata all’agenzia russa Interfax: «Una sottostazione di trasformazione è in fiamme nell’area di 30 chilometri quadrati al numero 1 di via Zhukovsky», ha detto la fonte. Successivamente la stessa fonte ha spiegato che l’incendio è stato spento e non sono state segnalate vittime. Tra gli sviluppi del TsAGI ci sono la partecipazione ai progetti del razzo Energia e dello Space Shuttle Buran.

Quello di oggi all’Istituto centrale di aeroidrodinamica Zhukovsky non è il primo incendio che si verifica nella Federazione russa da quando è cominciata la guerra in Ucraina (qui l’approfondimento:Raid, incendi e sabotaggi in territorio russo: il «fronte fantasma», tra realtà e propaganda) .

Tra gli altri, il 21 aprile scorso le fiamme si sono sviluppate a Tver, 150 chilometri a nord-ovest di Mosca, nell’Istituto centrale di ricerca delle forze di difesa aerospaziali della città, considerata la Cape Canaveral russa, che si occupa anche dei sistemi di lancio e difesa missilistica.

Successivamente un altro rogo di ampie dimensioni si è sviluppato nel più grande impianto chimico di solventi russo nella città di Kineshma, a 400 kilometri dalla capitale.

Il primo maggio nuovo incendio nello stabilimento di Perm, negli Urali centrali, dove si produce la polvere da sparo per armamenti compresi i sistemi lanciamissili Grad e Smerch.

Il 3 maggio è stato avvolto dalle fiamme un magazzino di 33.800 metri quadrati che, secondo i media sarebbe un deposito della casa editrice pro-Cremlino Prosveshchenie.

Il 4 maggio è stata la volta della zona industriale di Nizhni Novgorod, a est di Mosca, dove sono bruciati 2 mila metri quadrati di un deposito di solventi. Nelle scorse settimane fonti vicine al Cremlino non hanno escluso l’ipotesi che gli incendi in strutture sensibili russe potrebbero essere riconducibili alla cyberguerra di Kiev.

Azovstal è caduta. L’acciaieria simbolo della resistenza del battaglione d’Azov e della città martire di Mariupol è «totalmente sotto il controllo delle forze armate russe», ha annunciato in serata la Difesa di Mosca, dopo che il ministro Sergej Shoigu ha comunicato al presidente Vladimir Putin «la fine dell’operazione e la completa liberazione» della fonderia. L’evacuazione — come hanno fin qui preferito chiamarla a Kiev — è durata quattro giorni, durante i quali 2.439 militari — il dato però è ancora una volta russo e non confermato dagli ucraini — si sono arresi, come ordinato dallo Stato maggiore di Kiev.

Stop sl gas, come già annunciato da Mosca, per la FInlandia e la sua adesioe ala Nato. Nl punto di diramaziine Imaltra è stato chiuso, in modo da farmare del tutto l’input richiesto dal Paese governato da Sanna Marin.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha nominato l’attuale portavoce del Pentagono, John Kirby, coordinatore della comunicazione del Consiglio di sicurezza nazionale, che fornisce consulenza al presidente su questioni strategiche. Il contrammiraglio della Marina in pensione John Kirby è stato finora un portavoce del Dipartimento della Difesa, con sede al Pentagono, dove ha svolto un ruolo di primo piano nel riferire sull’andamento dell’invasione russa dell’Ucraina e sulla spedizione di armi statunitensi a sostegno della governo ucraino. Il Consiglio di sicurezza nazionale, con sede nell’ala ovest della Casa Bianca, è un organismo incaricato di consigliare il presidente e coordinare la politica estera e di difesa del Paese. E’ attualmente guidato da Jake Sullivan.     Prima di essere portavoce del Pentagono con Biden, Kirby è stato portavoce del Dipartimento di Stato dal 2015 al 2017, nell’amministrazione Barack Obama. Ha servito per 28 anni per la Marina Militare, oltre ad avere studi in Relazioni Internazionali e Sicurezza Nazionale.

Il presidente ucraino, Volodymr Zelensky, ha proposto di creare un fondo speciale per risarcire tutti gli ucraini che hanno subito l’aggressione russa: ha suggerito ai Paesi alleati di firmare un accordo multilaterale per il trasferimento dei fondi e dei beni russi sequestrati nei vari Paesi per la ricostruzione dell’Ucraina. Lo ha detto nel suo discorso serale, riferisce l’agenzia Unian. “Offriamo ai Paesi partner di firmare un accordo multilaterale e creare un meccanismo attraverso il quale tutti coloro che hanno subito le azioni della Russia potranno ricevere un risarcimento”. In particolare, a suo giudizio, “i fondi russi e le proprietà sotto la giurisdizione dei Paesi partner dovrebbero essere sequestrati o congelati, quindi confiscati e inviati a un fondo dal quale tutte le vittime dell’aggressione russa potranno ricevere un congruo compenso”.

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