Barriera di Milano, l'appello dei ragazzi per far riaprire il campetto da calcio di via Perosi - La Stampa

2022-07-02 05:34:42 By : Ms. Ira Wu

La voce de La Stampa

L’appello alle istituzioni perché l’area venga riaperta

Il campetto di calcio di via Perosi a Barriera di Milano. La bacheca con le voci dei ragazzi è un'iniziativa del Gruppo Abele

Potrebbe essere un prezioso punto di aggregazione per i più giovani, in un quartiere che ha un gran bisogno di spazi per il tempo libero, ma da quasi tre anni il campetto da calcio di via Perosi, sul territorio di Barriera di Milano, è stato dichiarato chiuso e inagibile. Così qualche giorno fa bambini e ragazzi hanno appeso alla ringhiera della piccola tribuna un cartellone, dove ciascuno di loro ha scritto le richieste alle istituzioni per migliorare quel luogo. C’è chi spera che prima o poi aggiusteranno le reti delle porte, chi chiede una fontanella, altri ancora fanno appello per riparare i lampioni dell’illuminazione pubblica o per aumentare la pulizia.

Un’idea, quella della bacheca per dare voce a chi abita nel borgo, lanciata dai volontari del Gruppo Abele, che qui portano avanti le loro attività di educativa di strada. «Noi siamo un presidio educativo, cerchiamo di aiutare i ragazzi a crescere e le loro famiglie a vivere più serenamente i problemi di tutti i giorni – racconta Nicola Pelusi, uno dei volontari – Il nostro obiettivo è portare delle iniziative positive, ma le associazioni possono arrivare fino a un certo punto, poi serve l’aiuto delle istituzioni. Questo campetto è stato dichiarato inagibile dal novembre del 2019 e non si è mai provveduto a rimetterlo a posto». Così da diversi mesi le uniche attività organizzate trovano posto all’esterno del campo: durante gli incontri il Gruppo Abele porta un calcio balilla o il ping pong, la dama o le racchette da badminton, oppure ancora il tavolo per fare i compiti.

Per mettere in sicurezza il campetto bisognerebbe cambiare il tappeto di erba sintetica, che per l’usura è ormai inutilizzabile, ma anche sostituire le reti delle porte e riparare la recinzione esterna, che è rotta e pericolosa in diversi punti. «Purtroppo più un luogo è abbandonato a se stesso, più le persone che lo vivono sono disinteressate a prendersene cura – dice Pelusi – In questo modo abbiamo voluto lanciare un segnale di attenzione a chi amministra».