(Fotoreportage) L'Emoli a San Fili come il Cannavino a Celico, ecco l'altro viadotto della paura - QuiCosenza.it

2022-05-25 08:39:35 By : Ms. kari Lee

Dopo numerose segnalazioni sulle fatiscenti condizioni del viadotto “Emoli 1” sulla statale 107 Silana Crotonese all’altezza di San Fili, siamo andati a controllare lo stato del ponte e le preoccupanti analogie con il “Cannavino” di Celico, a cominciare da quel vistoso e preoccupante avvallamento stradale 

SAN FILI – Se da più parti si discute per trovare una soluzione definitiva al problema strutturale del “Viadotto Cannavino” di Celico, emerge lampante un altro problema ancora una volta di natura statica, riguardante questa volta il viadotto “Emoli 1”, lungo 356 metri, alto un centinaio di metri e situato sulla statale 107 tra i comuni di Rende e San Fili.

Analogie dicevamo, tante, forse troppe… ma tutte reali e documentate. In primis la mole impressionante di auto, bus e camion che giornalmente transitano sul quel ponte percorrendo la statale 107 Silana – Crotonese. Secondo, ed è quello che balza subito agli occhi percorrendo il viadotto, l’evidente e accentuata flessione del piano stradale in corrispondenza di un giunto di dilatazione tampone che sembra quasi sprofondare. Per l’ignaro automobilista che si accinge a percorrere il viadotto,  l’unica segnalazione è un cartello lampeggiante posto poco prima del ponte che indica la presenza dell’avvallamento stradale e impone un limite di velocità di 50 Km/h. Poi transitando, al centro del ponte, il ‘conosciuto’ sobbalzo identico a quello prodotto dal ponte di Celico.

Terzo e non per ultimo, due aggravanti: ai bordi della carreggiata dell’intero viadotto, che presenta una sezione trasversale molto stretta, sono montati guard rail vecchi di 40 anni, quindi assolutamente non a norma e dir poco pericolosi. Un malaugurato urto e l’auto finirebbe senza scampo nella scarpata ‘volando’ per decine di metri. Non parliamo poi dell’asfalto praticamente inesistente e del manto stradale consumato e pieno di buche che nelle giornate di pioggia diventa una vera e propria “saponetta”. Il viadotto, che si trova tra il primo svincolo di San Fili e quello per Rende in provincia di Cosenza, mostra evidenti segni di usura dovuti alla totale mancanza di manutenzione. Eppure quella, così come la zona di Celico, è la strada più trafficata d’estate per raggiungere le località di mare ed è l’unica che da Cosenza conduce sul tirreno. 

Come per il Cannavino, anche l’Emoli dunque presenta evidenti segni di deterioramento all’altezza dei giunti di dilatazione. Ma cosa sono questi famigerati giusti di dilatazione? Sono dei punti di distacco inseriti a distanze prefissate che rappresentano l’anello di congiunzione elastica tra le parti strutturali e che garantiscono la continuità del piano viabile e l’impermeabilità. In pratica i giunti di dilatazione hanno la funzione di assecondare le dilatazioni e le contrazioni che i materiali che costituiscono la pavimentazione subiscono in seguito ai fenomeni di escursioni termiche.

A chi più volte ha sollecitato l’intervento dell’Anas anche per questo viadotto, l’ente ‘proprietario’ della statale, ha risposto alcuni mesi fa che la problematica non è relativa ai giunti, sebbene il ponte presenti delle criticità di prioritaria importanza.

Scrive Anas: “si rappresenta che i viadotti Cannavino ed Emoli sono da tempo oggetto di monitoraggio e le anomalie presenti sulla sede stradale, non sono correlate all’usura dei giunti. Si riferisce, a tal proposito, che è stato predisposto dallo scrivente Compartimento ANAS della Viabilità per la Calabria, apposito progetto di Intervento inserito con priorità 1 nell’annualità in corso; la fase di progettazione esecutiva e di successivo intervento, verrà immediatamente avviata con l’assegnazione della necessaria copertura finanziaria“.

Ma se allora il problema non sono i giunti, cosa sta provocando l’evidente abbassamento del piano stradale? Perché se sul viadotto Cannavino sono state quantomeno avviate azioni di monitoraggio strumentali, mentre per l’Emoli 1, nonostante sia stata verificata la sua criticità, non viene adottata alcuna misura? Più in generale, ci si rende conto che la maggior parte dei viadotti e delle gallerie della statale 107 Silana-Crotonese presentano tutti piccole e grandi problematiche?

Visto dal vivo il viadotto “Emoli 1” fa davvero paura, anche e forse più del “Cannavino”, perché la carreggiata è strettissima, i guardrail (vecchi e usurati) assolutamente inadeguati per un ponte alto quasi 100 metri d’altezza e l’asfalto pieno di voragini. Quel ponte manca di manutenzione da decenni e mostra evidenti tutti i segni del tempo… e del traffico.

Nella nostra regione, il 90% delle strade sono state costruite quasi mezzo secolo fa. Risultato? Sono vecchie, fatiscenti e pochissime di queste vengono realmente “attenzionate” con interventi di manutenzione concreti, mentre nella maggior parte dei casi si effettuano interventi tampone qua e la, che non risolvono il problema ma al massimo lo attutiscono per poco tempo.

La situazione del viadotto Emoli, ma più in generale della statale 107,  in questi ultimi tempi è stata portata in evidenza anche dal Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che sta raccogliendo denunce e segnalazioni di numerosi cittadini ‘allarmati’ che evidenziano la pericolosità del ponte della SS107 che costeggia la cittadina di San Fili: “È inammissibile che su una strada così importante e densamente trafficata come la SS 107 – dichiara Graziano – non vengano effettuati, da anni, interventi di manutenzione straordinaria e di verifica statica dei numerosi cavalcavia e delle gallerie che compongono il tracciato. È rispettabilissima l’opinione dei tecnici che rassicurano sulle condizioni strutturali dell’arteria, ma è altrettanto comprensibile la preoccupazione degli utenti che quotidianamente percorrono la Silana-Crotonese e che osservano le numerose screpolature, le crepe dell’asfalto e dei manufatti in cemento armato, così come le carenze degli impianti di sicurezza lungo la strada, che sarà anche sicura dal punto di vista statico, anche se di questo non abbiamo la controprova scientifica, ma la Statale 107 senza dubbio non infonde sicurezza a chi la percorre. Non a caso, e non credo si tratti di psicosi collettiva, in più aree attraversate dall’arteria vengono quotidianamente segnalate delle situazioni di criticità“.

E l’Anas, nel frattempo cosa ha fatto? Ancora una volta ha risposto… è tutto a posto!

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Contro i tentativi di smishing, phishing e vishing Poste italiane ha stilato poche e semplici regole per evitare spiacevoli sorprese quando si opera online con il proprio conto

COSENZA – Tramite SMS arriva un messaggio di Posteinfo che recita “è stata rilevata un’anomalia sul proprio conto. La preghiamo di aggiornare i dati tramite questo link“. L’ignaro utenti clicca sul link che accompagna l’SMS e viene dirottato su un sito che che chiede ogni informazione relativa al conto con Poste Italiane. Inserisce le sue credenziali e i malfattori hanno libero accesso al conto corrente che viene così riupulito. Un truffa online partita nel 2020, ma che ciclicamente si ripropone sui cellulari di migliaia di ignare vittime.

Contro i tentativi di smishing, phishing e vishing  Poste italiane ha stilato poche e semplici regole per evitare spiacevoli sorprese quando si opera online con il proprio conto. Una serie di consigli da tenere a mente, illustrati nella sezione dedicata alla sicurezza del sito www.poste.it, dove alcuni video mostrano le principali tipologie di truffe portate a termine non solo sul web ma anche tramite le app per smartphone e tablet. Tecniche di acquisizione indebita di dati sensibili quali lo smishing, il phishing, il vishing messe in pratica anche attraverso finti siti di e-commerce e i social network.

Queste le indicazioni che Poste Italiane rivolge ai propri utenti:

Le informazioni messe a disposizione da Poste Italiane hanno l’obiettivo di promuovere la cultura della sicurezza e contribuire alla prevenzione dei fenomeni di microcriminalità, in linea con il tradizionale ruolo sociale di Poste Italiane e con i valori di inclusione e vicinanza che da sempre ne ispirano l’azione.

Omaggio dell’Associazione Nazionale Alpini al monumento dedicato a Dino Paolo Nigro, il giovane Caporalmaggiore degli Alpini che ha perso in Kosovo nel 2001.

MONTALTO UFFUGO – In questa puntata del Diario vi raccontiamo il saluto dell’Associazione Nazionale Alpini al monumento dedicato a Dino Paolo Nigro,  il giovane Caporalmaggiore degli Alpini che ha perso la vita durante un’esercitazione nei cieli del Kosovo nel 2001. Davanti alla stele in marmo, posta all’interno della villa comunale che porta tra l’altro proprio il nome del militare, il gruppo Ana di Cosenza ha formalmente chiesto all’Amministrazione a guida Caracciolo maggiore cura e attenzione per un posto ad altro valore simbolico:<<Siamo dalla parte della famiglia – ha sottolineato il segretario Sandro Frattalemi – per questo chiediamo la messa in sicurezza del monumento>>.

Solo qualche settimana fa, la lapide commemorativa era stata presa di mira da vandali che avevano agito indisturbati, complice la totale assenza di sistemi di telesorveglianza. La villa comunale del centro storico non è però il solo luogo a necessitare di manutenzione: nel report video vi mostriamo le immagini che documentano lo stato di trascuratezza di quella di Taverna, nella zona valliva, frequentata in larga misura da giovani e soprattutto dove le famiglie portano a giocare i bambini.

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