Caldo: lavapiatti morto per malore in un albergo di Diano Marina liguria - la Repubblica

2022-07-30 05:05:21 By : Ms. Meredith Yuan

Le alte temperature che continuano a colpire la Liguria come buona parte del resto d'Italia e potrebbero essere all'origine di un'altra tragedia sul lavoro.

Un uomo di 47 anni, dipendente di un albergo di Diano Marina (Imperia), il Metropol di via Provvidenza, dove svolgeva le mansioni di lavapiatti, è morto stamani nella struttura per un malore. Non si esclude che il caldo afoso possa essere all'origine della morte. L'uomo, di origini nordafricane, è stato soccorso dal personale dell'albergo che ha dato l'allarme al 118. E' accorsa una ambulanza ma per il quarantasettenne non c'era ormai più nulla da fare. Accertamenti sono ora in corso da parte dei carabinieri per ricostruire la vicenda.

I Primi a soccorrerlo sono stati proprio i titolari dell'hotel che hanno cercato di assisterlo in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Anche se l'ambulanza con l'equipaggio del 118 sono giunti pochi minuti dopo per l'uomo purtroppo non c'era più nulla da fare.

Muore mentre  fa jogging

E un infermiere della Asl 4 di Chiavari, Roberto Caponera, è morto questa mattina mentre faceva jogging. L'uomo stava correndo a Lavagna, alle nove del mattino, quando si è sentito male e si è accasciato a terra. Quando è arrivato in ospedale era già morto. Anche per lui non si esclude che il caldo afoso possa essere la causa del decesso.

"L'intera comunità degli operatori della Asl 4, insieme al presidente e assessore alla Sanità della Regione Liguria, Giovanni Toti, scrive in una nota l'Azienda sanitaria - si uniscono al dolore della famiglia del collega Roberto Caponera, improvvisamente e prematuramente deceduto questa mattina a causa di un malore". "Al cordoglio e al ricordo in questi momenti di smarrimento e incredulità - aggiunge il direttore generale di Asl 4, Paolo Petralia - si accompagna la consapevolezza di una carriera professionale vissuta da Roberto a servizio dei malati in sala operatoria, concreto e sostanziale contributo alla cura e guarigione di tanti di loro".

L'operaio morto sul tetto di un capannone

Solo pochi giorni fa, sempre in Liguria ma a levante c'era stato un altro decesso sul lavoro probabilmente legato al caldo. A La Spezia un cinquantenne romeno era deceduto per infarto, mentre stava lavorando sul tetto di un edificio in costruzione destinato ad accogliere dei nuovi uffici del cantiere nautico Ferretti.

Il segretario della Cgil spezzina Luca Comiti e quello della Fillea Cgil Gianni Carassale avevano detto: “Ancora è tutto da stabilire – proseguono Comiti e Carassale  - , ma ribadiamo come si debba evitare di lavorare con questo caldo estremo in condizioni estreme. Adesso si accertino le dinamiche di questo decesso e chi ha responsabilità paghi. Da tempo denunciamo le condizioni proibitive di lavoro degli appalti della cantieristica spezzina, ed il caso di oggi lo dimostra".

A Genova una settimana fa con l'innalzamento delle temperature, grazie ad un accordo Inps con Ance (Associazione costruttori)  i lavoratori edili "esposti al sole" hanno potuto usufruire della cassa integrazione fermandosi per tutto il pomeriggio. Una misura alla quale i sindacati di categoria lavoravano da tempo ma che si è concretizzata dopo l'allerta diramata dal Ministero della Salute.

"Braccianti per ore sotto il sole, operai edili a contatto con il cemento ma anche chi, negli ambienti chiusi, è in turno nei capannoni senza aria condizionata oppure i manovali con caschi e tute di protezione poco traspiranti fino ai dipendenti nelle lavanderie a contatto costante con i macchinari": è l'identikit dei 'lavoratori' che potrebbero sviluppare, con più alta probabilità, patologie legate alle alte temperature, tracciato da Marco Morabito, ricercatore del Cnr intervistato dall'AGI. Intanto, le parti sociali sono sul piede di guerra dopo la morte, ieri, dell'operaio di 60 anni per aver sbattuto a terra la testa dopo essere svenuto (secondo i sindacati a causa del caldo) in una ditta a Rivoli (Torino). "Nell'azienda non ci sono impianti di condizionamento", denunciano la Fiom-Cgil e la Fim-Cisl che hanno indetto 4 ore di sciopero.

Alcune Regioni, come ad esempio la Calabria, sono corse ai ripari con ordinanze ad hoc ("stop alle attività agricole nelle giornate ad alto rischio di calore termico dalle 12,30 alle 16") per tutelare i braccianti. Ma il caldo non fa sconti alla Penisola immersa in una bolla di afa costante e pressochè omogenea. Mentre, al contrario, i provvedimenti (a livello comunale o regionale) sono a macchia di leopardo. "In questi giorni - osserva Morabito - continuano a susseguirsi notizie tristissime che riportano anche incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Si tratta spesso di situazioni che potenzialmente potrebbero essere state aggravate dalle esposizioni spesso prolungate a condizioni di caldo e che non riguardano solo chi è impegnato all'aperto o chi è più anziano, ma interessano anche chi lavora in ambienti al chiuso non climatizzati, spesso anche persone giovani". Ad esempio "giovedì 21 luglio in uno stabilimento non climatizzato alle porte di Torino un operaio di 61 anni, considerato un lavoratore fragile per le sue condizioni di salute, è stato stroncato da un infarto".

 Alcuni giorni prima, "mercoledì 6 luglio, era purtroppo deceduto  - continua Morabito - un altro bracciante di 59 anni mentre era impegnato in un agrumeto nella provincia di Cosenza in una giornata particolarmente calda". Proprio in seguito a questo grave episodio anche il presidente della Regione Calabria "seguendo gli esempi dei governatori di Puglia e Basilicata, ha emesso una ordinanza che vieta il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16, sulle zone in cui la mappa del caldo, sviluppata nell'ambito del progetto Worklimate, segnali un livello di rischio alto".

Il progetto Worklimate del Cnr

Il progetto Worklimate, coordinato dal Cnr-Ibe insieme a Inail e con la partecipazione di altri partner ha sviluppato un sistema sperimentale automatico di previsioni del rischio caldo indirizzato a lavoratori esposti a vari scenari: al sole o anche all'ombra e impegnati in attività fisiche. "Proprio in questi giorni, le mappe di previsione del rischio caldo disponibili a livello italiano mostrano - spiega Morabito - come molte regioni presentano per diverse ore del giorno ampie zone dove si raggiunge il massimo livello di rischio da caldo (rischio alto) sia per lavoratori esposti al sole (quasi tutte le regioni) ma anche per esposizioni in condizioni di ombra". Le zone maggiormente colpite sono soprattutto quelle che interessano "la Pianura Padana, l'entroterra Toscano, del Lazio e della Campania, la Puglia, molte aree della Basilicata e della Calabria, oltre che della Sicilia e Sardegna". Per il ricercatore, dunque "è importante sottolineare che la più pericolosa condizione clinica correlata alle elevate temperature, il colpo di calore, può manifestarsi anche in zone ombreggiate e in ambienti chiusi non climatizzati, in condizioni di elevata temperatura e soprattutto elevata umidità e scarsa aerazione, quindi condizioni in cui è più difficoltosa la dispersione del calore tramite la sudorazione". L'auspicio dello studioso è che altre regioni seguano l'esempio di Puglia, Basilicata e Calabria con provvedimenti pensati per tutelare i lavoratori dal caldo di questi giorni. "Queste misure servirebbero - ha concluso Morabito- ma non escludo che in molte regioni le ordinanze non sono ancora state fatte per non mettersi contro i datori di lavoro o le aziende a causa degli impatti economici conseguenti alle interruzioni".

Sarà una commissione di indagine condotta dal settore tecnico dell'Autorità portuale della Spezia di cui faranno parte anche i tecnici di Rete ferroviaria italiana ad accertare le cause dello svio di un locomotore avvenuto ieri su un tratto di ferrovia di competenza dell'Autorità portuale. Tra le ipotesi c'è anche quella della deformazione del binario a causa del caldo, ipotesi non esclusa dal settore tecnico dello  scalo portuale, ma non la sola.

"Tutte sono plausibili, ma nessuna da sposare, al momento", fanno sapere dall'Autorità portuale spezzina. L'incidente è avvenuto sul binario 10 nei pressi di un deviatoio dove le tolleranze previste per la dilatazione del metallo sono più limitate. Il locomotore stava trainando un convoglio merci verso la stazione di La Spezia Marittima. Tra le cause allo studio per giustificare l'incidente, oltre alla deformazione del binario dovta alle alte temperature, ci sono l'errore di manovra, l'errore di composizione del convoglio, la rottura di qualche giunto per caldo o usura. "La commissione servirà a chiarire" dicono dall'Autorità portuale del mar ligure orientale.