Thomas - Non abbiate paura: il fantasy-spirituale, capolavoro di Luca Borreale 

2022-07-23 05:21:42 By : Ms. Jacy Chen

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Luca Borreale, alias Rudy, è autore di un’avvincente opera intitolata Thomas – Non abbiate paura: uno straordinario racconto uscito nel giugno del 2022 sia in formato cartaceo che in versione digitale, edito dalla Casa Editrice Atile.

Un libro che appartiene al genere fantasy. Anzi! “Un fantasy spirituale…”, come lo ha definito orgogliosamente l’autore nel corso dell’interessante intervista rilasciata a The Daily Cases e  che, di seguito, si riporta in versione integrale: un’intervista utile a conoscere ancor meglio la sua persona, prima ancora che i suoi personaggi. E, in primis, Thomas.

Protagonista del racconto è, in effetti, proprio Thomas: un uomo di trentacinque anni; un marito e un padre di famiglia con un affezionatissimo cane sempre al seguito ed un’amorevole figlia; una persona che svolge una vita tranquilla, tra lavoro e impegni quotidiani; un individuo che è, dunque, come molti altri, se non fosse che ha alle spalle un passato complesso e che, poi, si ritroverà catapultato in un’impresa oltremodo ardua: salvare non solo i suoi cari ma il mondo intero dall’apocalisse. …Un’apocalisse che sopraggiunge poco per volta, come “catarsi dell’umanità”. …Un’apocalisse che costringe l’umanità a lottare contro giganti mostruosi, alti finanche cinquanta metri. Pertanto, Thomas compirà un viaggio – non solamente fisico ma soprattutto spirituale –: un viaggio ricco di vicissitudini e rivelazioni durante il quale comprenderà che, per arrestare la fine del mondo, dovrà salvare dapprima la sua stessa anima per poi combattere contro cotanti mostri. Le gesta di Thomas saranno incredibili. Non a caso verrà costretto ad incontrare il Male, sebbene la sua visione di fondo continui a restare positiva. Così il lettore è guidato verso la fine del racconto, in un unico filo narrativo che intreccia sapientemente tante e tali avventure con una visione filosofica e, invero, spirituale dell’esistenza.

E, ora, andiamo a conoscere meglio l’autore Luca Borreale.

Un’interessante storia quella raccontata nel libro Thomas– Non abbiate paura. Non possiamo non complimentarci. Ci racconti, ora, qualcosa di sé: dove è nato, cresciuto e di cosa si occupa?

“Sono nato a cresciuto a Roma. Sono Manager in un’azienda e mi occupo di energie rinnovabili. Sono membro di diverse associazioni civiche animaliste di cui mi faccio, volentieri, porta-voce; adoro la musica e, in passato, ho fatto parte di un gruppo musicale. Ho sempre posseduto una vena artistica. Sono fumettista e un’altra mia grande passione è, ovviamente, rappresentata dalla scrittura.”

 La scrittura era il suo sogno nel cassetto fin da piccolo, oppure ne ha preso consapevolezza pian piano, nel corso dell’esistenza?

“No. La scrittura non è mai stata un sogno nel cassetto. Questo libro, oltretutto, non è la mia opera-prima, visto che ne ho pubblicati altri due, seppur per divertimento. Il primo era un fantasy; il secondo era un giallo spionistico. Non mi ritengo uno scrittore. Credo, al contrario, che la scrittura rappresenti l’esternazione della mia vena artistica, come altre, del resto… Mi riferisco alla musica e ai fumetti.”

 Di cosa tratta il libro?

“Tratta, sostanzialmente, della fine del mondo, causata da mostri che compaiono dal nulla e che, all’inizio, si ignora da dove provengano. Nel frattempo Thomas ha misteriose premonizioni e, perciò, ritiene di dover fuggire. Viene, tuttavia, inseguito da un secondo mostro, a Roma, città in cui vive fin dai tempi del liceo, pur essendo di origine americana. Da lì avranno avvio vicende e vicissitudini che lo indurranno a salvare, non solo la sua famiglia, bensì il mondo intero… Senza paura!”

 Cosa rivede di lei in Thomas?

“Non molto. Abbiamo in comune sicuramente empatia e sensibilità. Di certo le emozioni di Thomas sono costruite sulle mie, visto che si tratta di un personaggio di mia creazione. Emozioni che, tuttavia, ho solamente potuto immaginare, non certo provare, visto che racconto un mondo di fantasia.”    

 Cosa l’ha spinto a scrivere la storia di Thomas?

“Alcuni anni fa, negli anni dal 2011 al 2013, ho iniziato a leggere una serie di saggi, sia filosofici che religiosi, perché mi sono posto una serie di domande, avendo molte curiosità. Così, dopo aver maturato delle risposte, ho desiderato comunicarle. Ed ho pensato che il miglior modo per farlo fosse l’invenzione di una storia. Sono partito da un mio sogno: un drago che si muoveva nella mia casa, sul muro e, anzi, con il muro stesso e che, poi, io sono riuscito a mandar via con la sola forze delle mani. Da lì è nato lo scheletro del romanzo: era l’anno 2014. Uno scheletro che, prima di trovare completezza, ha necessitato di altri 8 lunghi anni, fino a giungere al 2022 per vederlo perfezionato. Del resto, mentre scrivevo ho, al contempo, lavorato. E la mia professione, come ho chiarito, è ben altra.”

Quale messaggio desidera inviare al lettore?

“Desidero comunicare le mie idee. Nulla di più! Idee che potranno essere condivise o meno. Senza alcuna pretesa di vederle prevalere su altre, nel pieno rispetto di quelle di altri.”

Probabilmente il concetto-chiave che desidera lasciare è custodito nel titolo stesso: “Non abbiate paura!”

“Indubbiamente. Il concetto-chiave è proprio questo, perché il messaggio di fondo è che, in questa visione molto buddista dell’esistenza – come ciclo di reincarnazioni e sfide della vita stessa, con prove da superare per migliorarci ed illuminarci – e, invero, dinnanzi allo stesso concetto cristiano di Dio – che invia prove che ognuno non può non saper affrontare –, nessuno deve aver paura, bensì adottare uno spirito di accettazione. Questo concetto, del resto, emerge anche nell’immagine presente in copertina: Thomas riposa seduto a terra, al di là dell’incombente e minacciosa presenza di un mostro terrificante pronto ad inghiottirlo. Tutto ciò pur senza dimenticare le dettagliate spiegazioni filosofiche e religiose presenti nell’opera.”

 C’è un episodio legato alla nascita del libro, o alla sua stesura, che ricorda con piacere?

“Senza dubbio quello che ho accennato poc’anzi e che ha, poi, costituito lo scheletro del libro: il sogno del drago che continua a muoversi tra le pareti della mia casa e che, guarda caso, al di là della sua enormità e potenza, riesco ad eliminare con la sola forza delle mie mani nude.”

Ha mai pensato, durante la stesura, di non portare a termine il racconto?

“Purtroppo è accaduto in molte occasioni. Perché, quando sono giunto a metà dell’opera, ho deciso di consegnarla a diverse case editrici. Nel frattempo, ho anche partecipato ad Io scrittore. Le reazioni di editori ed agenti letterari sono state, in larga parte, positive. Devo, inoltre, aggiungere, che finanche quelle negative si sono, nel tempo, rivelate costruttive, utili senza dubbio a rendere migliore l’intero testo, al contempo allungandone le tempistiche di realizzazione, per revisionarlo e, ad onore del vero, modificarlo. Per questo, vi sono stati momenti di sconforto in cui sono stato in procinto di desistere.”

Perché l’ha definito un fantasy spirituale?

“Perché definirlo solamente fantasy sarebbe stato riduttivo. Invece, nel testo vi sono ampi riferimenti ad aspetti spirituali, o meglio filosofici e finanche religiosi. Gli stessi demoni non sono altro che i demoni del mondo, strumenti della catarsi. E l’uomo non deve far altro che preoccuparsi di salvare la propria anima per, poi, combattere i mostri.”

A conclusione di questa interessante intervista, un commento merita un’altra frase riportata nel libro: “Le persone meritano di essere salvate e lo stesso mondo merita un’altra occasione.”. Ci indichi, in questi tempi particolarmente bui, cosa significano le sue parole, ovvero le parole di Thomas.

“Il mondo, di fronte alla fine, non può fare a meno di unirsi. Ecco perché le persone del mondo e il mondo stesso meritano una nuova occasione… Un messaggio indubbiamente positivo e che ognuno merita di vedere realizzato.”

Un ringraziamento speciale, dunque, a Luca Borreale per averci rammentato la straordinarietà del mondo e dell’esistenza stessa: doni ritenuti fin troppo ovvii e scontati ma che, invero, non lo sono affatto.            

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